Gallery painting
Interni di treni /studi di paesaggi visti da un finestrino del treno (momenti di riflessioni)
Interiors of trains studies landscapes seen from a train of window (2010-1014)
tecnica mista su tela 100*80 2010
olio su tela 120*100 2011
tecnica mista su tela 90*75 2010 collezione privata
tecnica mista su tela 100*80 2010
"A chi mi domanda ragione dei miei viaggi, rispondo di solito che so bene quel che fuggo, ma non quel che cerco" (Montaigne, "Saggi").
note critiche/critical notes
Non si può non provare una
sensazione di malinconia nell'osservare questi quadri di Giulietta Cavallotti
che proseguono una ricerca sul tema iniziata nel 2008 e sancita dalla mostra
romana: Soavità e pessimismo. Vi si agita dentro un duplice contenuto di
abbandono spirituale e di blando conforto. Il moto del treno che arriva e parte e il riparo di un vagone al cui interno un'anima osserva il mondo scorrere fuori. Un'anima che si riflette sul finestrino e nel riflettersi serba intera il proprio mistero indecifrabile. Ma a sua volta il riflettersi di sè stessi vale, in queste tele miti il riflettersi del mondo che scorre privo di stazioni ove
sostare. Fra l'io e l'altro da sè si realizza in tal modo una simbiosi che è
cifra e Leimotiv di queste opere. H.G.
Treni & stazioni
Train and stations
(2008-2010)
collezione privata
collezione privata
collezione privata
"Diceva Maupassant che il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà; per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno".
Ci domandiamo se anche “il viaggio” di Giulietta Cavallotti abbia come meta un “sogno”, se le sue opere pittoriche raccolte sotto questo titolo fuggano dalla quotidianità per penetrare ed abitare un paesaggio onirico ed ideale. E la risposta non è affatto immediata né evidente. Infatti le tele dell’artista
romana qui esposte potrebbero sembrare nello stesso tempo un invito a rimanere
per così dire con i piedi ben piantati sulla terra, ad osservare cosa accade
intorno a noi, come se tutto ciò che ci circonda nel concreto fosse già di per
sé materia abbondante e variegata di considerazione, di narrazione e di
cronaca, senza necessità di mirare al mondo labile ed elusivo
dell’immaginazione e della fantasia. Ma pure sono tele che sprigionano dal loro interno, sotto il dato realistico che le ammanta, vivifica e vivacizza, un
sentimento a tratti indecifrabile lirico afflato: un’ansia di cogliere ed
esprimerci il percorso arcano che quei treni compiono nelle nostre anime: anime già in attesa sulle banchine di quelle stazioni. H.G.
I cantieri
Constructions
(2008-2009)
Quelle dei cantieri sono le opere che fanno parte dell'ultima produzione pittorica dell'artista. Additano la definizione di un universo poetico che si fa carico del difficile rapporto oggi esistente tra natura e realtà sociale, tra paesaggio e strumento di lavoro.
Con gesto esatto ma affettuoso, con sguardo attento ma carezzevole, la Cavallotti evoca una sorta di clima "sospeso", nel quale paiono sfumare per un attimo l'umana fatica, le consuete opere, le ansie dei sentimenti e le miserie insolubili, per dare luogo ad una "tregua" incantata. Laddove i profili delle cose si allontanano dalla quotidianità per riaffiorare quali arcani segmenti di fiabe balsamiche : di utopie medicamentose. Come a dire che in queste tele della Cavallotti ai vorticosi ritmi del vivere succede la sorridente quiete dell'impossibile.